Di che vita ti vesti?

Cosa indossi oggi? Ci hai pensato quando hai scelto oppure ti sei messo la prima cosa che capitava. Magari un paio di pantaloni che ti eri già messo ieri ma che ancora non erano da buttare. Magari sei stato quindici minuti a scegliere l’abbinamento di colore giusto e relativi accessori.

Se ci si pensa è buffo questo differente approccio alla giornata. Spregiudicato o pianificato nei minimi dettagli. Si fa la stessa cosa con la vita?

Io, inutile dirlo, sono uno di quelli che va un po’ a caso, sceglie quello che capita cercando solo di abbinare colori in un modo che non turbi il mio gusto cromatico. Spesso vengo rimproverato di usare sempre i vestiti appena stirati lasciando nell’armadio quelli che uso di meno.

Sono un abitudinario? Non so, di sicuro sono uno comodo e quello che spesso cerco in quello che indosso è la comodità. Faccio così anche con la vita?

La controllata allo specchio non la do mai, quindi se vedete uno uscire con l’etichetta ancora attaccata sui pantaloni, ecco, quello sono io.

Se mi vedete, salutatemi.

8 ore dopo

Mi piace osservare la piazza vuota la mattina. Il caos della sera precedente ormai è passato. Ci sono posti liberi dove parcheggiare e panchine vuote su cui sedersi tranquillamente a leggere un libro senza sentire tutta quella vivacità dovuta a chiacchere, giochi e spettacoli di magia. Il giorno e la notte. Due modi diversi di vivere.

Tempo.

C’è un piccolo bambino vicino ad una fontana. Guarda scorrere l’acqua.

Una canzone alla radio ricorda un amore.

Vestiti scollati e maniche corte sotto l’ombra dei tigli.

Qualche cicala che fa il suo dovere incurante delle formiche che le passano accanto.

Pensieri che vagano sulle righe di un libro.

Pochi giorni ancora prima che le foglie inizino a cadere e che i corpi inizino a coprirsi. Poco tempo ancora perché che tutto torni come prima di questa parentesi di sole che spinge i nostri corpi a togliersi qualche strato ed ai nostri pensieri di svolazzare liberamente. 

Estate.